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Conceria sostenibile: quando la produzione è davvero attenta all’ambiente? Ce lo spiega Carlo Trentin.

La Conceria Superior è da anni impegnata verso una produzione più ecologica e sostenibile. Il responsabile dei sistemi di gestione Carlo Trentin ci spiega che cosa significa e quali sono le innovazioni concrete su cui l’azienda sta puntando.

Carlo Trentin è il responsabile dei sistemi di gestione integrata per la Conceria Superior. Si occupa di garantire la qualità, l’etica e la tracciabilità della produzione, a partire dalle normative di riferimento. Una figura essenziale per una conceria che ha deciso di fare della sostenibilità la sua linea guida, come afferma lui stesso: “Mantenere le certificazioni ottenute significa mantenere una mentalità, una struttura e un’organizzazione.”

Qui, ci racconta qualcosa di più su cosa significa promuovere un processo ecologico, ma soprattutto quali sono i passi in avanti fatti da Superior grazie anche a due importanti progetti di ricerca condotti dalla Scuola Normale Superiore di Pisa.

Sig. Trentin, cosa si intende esattamente per pelli ecologiche?
Non amo questa terminologia: la pelle è di per sé qualcosa di ecologico. In discarica, sarebbe molto più inquinante che trattata come la trattiamo. Sarebbe una mina di batteri. È un materiale organico, quindi la conceria recupera un rifiuto. La pelle può essere così controllata, controllabile e migliorabile. È il processo di lavorazione che può essere più o meno ecologico.

Le concerie oggi sono tenute a promuovere processi di lavorazione ecosostenibili?
Esiste un regolamento europeo, il RICE 2001, che ha imposto alla filiera di ridurre i prodotti pericolosi, cancerogeni e untageni. Tutte le concerie hanno dovuto cominciare a usare prodotti chimici con pochi prodotti inquinanti: non sempre è possibile, quindi tutta la filiera deve adeguarsi. Oggi si sentono tante definizioni: “senza cromo”, “metal free”… il mercato le accetta come cose in più. Noi puntiamo su un processo che riduca energia e prodotti chimici, senza aggrapparci a queste finte definizioni.

Quindi, nel concreto, cosa fa Superior per rendere più ecologico il suo processo?
I prodotti che usiamo hanno tutti le schede di sicurezza per verificare che la parte chimica sia sotto la percentuale data per legge, e siamo in grado di fare effettuare analisi chimiche accurate. Per quanto riguarda la tracciabilità, possiamo risalire in percentuale ragionevole alla conoscenza del luogo di provenienza delle nostre pelli. Infine, siamo in grado di stabilire quanta CO2 viene rilasciata per confezionare i nostri prodotti grazie al carbon footprint. Solo con questi numeri si possono mettere a confronto le aziende, e noi siamo i più bassi fra chi ha fatto le misure e le ha pubblicate. Il software che elabora questi dati è certificato, fatto da enti terzi e usato in tutto il mondo: per parlare di processo ecologico, questo è il punto di riferimento più corretto.

Per finire, Superior ha commissionato uno studio di ricerca alla Scuola Normale Superiore di Pisa proprio nell’ambito della sostenibilità. Che cosa riguarda e come verrà applicato?
Nel comparto di Santa Croce, Superior investe proprio sull’ecosostenibilità della produzione. La Scuola Normale Superiore ha condotto due ricerche, una sulla parte dell’umido e una sulla parte del rifinito. Gli studi sull’umido hanno l’obiettivo di aumentare la capacità di assorbimento della pelle riducendo ancora di più i tempi di lavorazione, il consumo di energia e di prodotti chimici. In questo caso avremmo sia un vantaggio economico, sia un buon risultato ecologico. Gli studi sulla parte rifinita, invece, mirano a elaborare un prodotto organico, a base di cellulosa, che porti le pelli a raggiungere buone caratteristiche tecniche riducendo drasticamente l’uso di sostanze chimiche in favore di un prodotto tutto naturale. Qui il vantaggio sarebbe soprattutto ecologico. Abbiamo fatto passi avanti e questi cambiamenti tecnologici incideranno sempre di più, dando risultati concreti.

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