La moda e il lusso trainano l’export


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moda e lussoA fronte di un diffuso sentimento di sfiducia, i numeri dell’economia italiana danno un quadro differente da quello percepito. Nella prima metà del 2011, infatti, rispetto allo stesso periodo del 2010, è stato registrato un incremento della quota di export del 14 per cento. La performance migliore è stata registrata nei mercati non appartenenti all’Unione Europea, che hanno raggiunto la quota del 16,7 per cento. I protagonisti di questa ripresa sono stati i metalli di base e i prodotti in metallo (più 32,5 per cento), i prodotti tessili (più 20,3 per cento), gli articoli in pelle (più 18,7 per cento) e le vendite di abbigliamento (più 20,3 per cento). Come spiega Stefano Caponi, amministratore unico della società Superior, che fa parte del distretto toscano del cuoio e delle pelli: «A eccezione della prima voce, è evidente che è il settore della moda made in Italy a fare da traino, cumulando un importante 60 per cento. Va inoltre sottolineato che le aziende italiane che operano nel settore della moda e del lusso, con la loro reputazione, hanno un’indubbia azione promotrice per gli altri settori industriali, oltre a contribuire al miglioramento dell’immagine del paese». Quali sono i fattori determinanti che permettono al made in Italy di battere la concorrenza internazionale? «Nel mercato in cui operiamo, per vincere il confronto con la concorrenza, in particolare quella straniera, sono fondamentali la qualità delle materie prime e quella dei processi di lavorazione. Sono questi gli ambiti nei quali compiamo il massimo dei nostri sforzi. La nostra società prosegue una tradizione di azienda familiare che ha sempre posto al centro il rapporto con i nostri interlocutori commerciali. Oggi la nostra produzione può definirsi una comakership, in un rapporto di partenariato sempre più indispensabile, in particolare nel mondo in cui operiamo — quello dell’alta moda e del lusso — rifornendo i marchi più prestigiosi del mercato internazionale». Qual è la peculiarità di un rapporto di comakership? «Questo è il particolare tipo di rapporto che si instaura con il cliente, che ci vede sin dalla fase di concept interagire strettamente per arrivare al risultato finale desiderato. Non è quindi un puro rapporto cliente-fornitore, già nella progettazione, interveniamo portando il contributo delle nostre competenze. Inoltre, la partnership attraversa tutta la catena del valore, interconnettendo sempre di più prodotti, servizi e processi». Che peso hanno avuto le tecnologie nella vostra affermazione? «La nostra produzione si può definire come una miscela di tecnologia e sapienza artigiana di altissimo livello. Č però evidente che l’equilibrio è tutto a favore dell’artigianalità, perchè per noi le tecnologie sono solo un ausilio, mentre il vero contenuto del prodotto è la maestria nella sua preparazione. Ciò è in parte il segreto del nostro made in Italy, ma non si esaurisce in questo. Per esempio, noi lavoriamo in un anno circa 800mila metri quadrati delle più pregiate pelli di vitello, tuttavia ci approcciamo al lavoro come se dovessimo produrne una sola, tanta è l’attenzione che poniamo nel fornire il miglior prodotto possibile». Che significa dunque, parlare di qualità? «Significa essere in grado di soddisfare le esigenze dei grandi brand della calzatura, della moda e della pelletteria. E questo non è un risultato che tutti riescono a raggiungere, dato che gli standard sono elevatissimi. Noi effettuiamo controlli continui quotidiani sul prodotto e sul processo produttivo, oltre a curare nella maniera più scrupolosa la preparazione della materia prima. Ed è proprio l’integrazione determinata dalla comakership che ci impone controlli frequenti anche da parte dei nostri partner». Quale ritiene sia il vostro fondamentale punto di forza? «Oltre all’estrema attenzione alla qualità del prodotto, la nostra principale capacità è la flessibilità, sia in termini produttivi che finanziari. E anche il non aver voluto rinunciare alla manualità, alla competenza che deriva da decenni di esperienza pratica che ognuno dei nostri collaboratori della produzione detiene e trasferisce col tempo ai più giovani. Č questo che ci ha fatto diventare un punto di riferimento insostituibile per i grandi marchi della moda internazionale».